L’economia del design in Italia

Dal settore un valore aggiunto di 2,94 miliardi. A cinque anni dal titolo i laureati di questo ambito disciplinare hanno un tasso di occupazione del 91,6%

Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design, con il supporto di AlmaLaurea, Adi -  Associazione per il Disegno Industriale, Circolo del Design, Comieco e CUID, hanno presentato presso l’ADI Design Museum di Milano i risultati del report “Design Economy 2023”, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore del design, soprattutto quello sostenibile, nel sistema produttivo nazionale.

 

LE IMPRESE DEL SETTORE IN ITALIA E IN EUROPA

Il settore del design conta 36 mila operatori, articolati tra 20.320 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 15.986 imprese, che hanno generato nel 2021 un valore aggiunto pari a 2,94 miliardi.

Le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle imprese. Tra le provincie primeggiano Milano, Roma e Torino. La principale capitale del design italiano è Milano: il capoluogo lombardo è capace di concentrare il 18% del valore aggiunto del settore su territorio nazionale.

Le imprese operano per il 32,8% all’estero (24,2% extra EU), per il 44,8% su scala nazionale, mentre per il 22,4% su scala locale.

 

SOSTENIBILITÀ E DESIGN

Il tema della sostenibilità emerge come rilevante per il settore: ben l’87,4% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso, quota che arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese. A questa centralità corrisponde una consapevolezza diffusa nei livelli di competenza, con una accentuazione nelle organizzazioni di maggiore dimensione.

 

IL SISTEMA FORMATIVO ITALIANO

Sono ben 91 gli istituti accreditati dal Ministero dell’Istruzione: 28 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie legalmente riconosciute, 26 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta formazione artistica e musicale) e 6 ISIA (Istituti superiori per industrie artistiche). Per un totale di 303 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione.

In questo insieme risalta il Politecnico di Milano, prima tra i Paesi UE e 8° al mondo. A seguire, mantengono un importante ruolo per la formazione del designer l’Istituto Europeo di design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA).

Rispetto all’anno precedente, cresce del 4% il numero di corsi accreditati e attivati, e del 12% il numero degli istituti, in particolare università e istituti autorizzati a rilasciare titoli AFAM.

A crescere è anche la domanda e il numero degli studenti: pari a 14.907, cioè il 3,87% in più rispetto al precedente anno accademico.

Per i corsi di laurea universitari, la maggior parte sottoposti al vincolo del numero programmato, aumenta il numero di iscrizioni al test di ingresso, che supera di gran lunga il numero di posti disponibili, con una media nazionale di 2,5 domande per posto disponibile e di oltre 6 nel nord Italia.

 

I LAUREATI IN DESIGN

Per il secondo anno, grazie alla collaborazione con AlmaLaurea e il Career Service del Politecnico di Milano, il Rapporto si è arricchito di un ulteriore tassello informativo relativo alla situazione lavorativa a cinque anni dalla laurea. Il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali in design, intervistati nel 2021 a cinque anni dal titolo, restituisce un valore del 91,6%, superiore alla media del complesso dei laureati magistrali biennali in Italia; di questi, l’83,5% svolge una professione coerente con l’ambito del design.

 

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