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La sfida dell’università: la qualità insegnamento
Istruzione di massa uguale minore qualità, dunque – paradossalmente - aumento delle diseguaglianze in termini di opportunità formative? La domanda è provocatoria, ma è attorno ad essa che ruota l’importante dibattito sulla qualità della formazione. L’accertamento della qualità degli studi compiuti e della preparazione dei giovani resta un aspetto centrale ma anche di assai complessa determinazione.
Quello che appare importante è introdurre sistemi di valutazione delle istituzioni universitarie più sofisticati che prevedano l’utilizzo di criteri basati sulla misurazione del valore aggiunto. Ovvero, a parità di condizioni di partenza, come il singolo Ateneo o la singola Facoltà riescono a far crescere lo studente? Questo per andare effettivamente a distinguere, anche in vista di un sistema sempre più premiale, realtà virtuose che operano in contesti disagiati e realtà più modeste che tali non appaiono solamente perché avvantaggiate da contesti favorevoli.
Un’analisi sperimentale basata su documentazione AlmaLaurea, condotta dal professor Francesco Ferrante, economista dell’Università di Cassino, con i ricercatori AlmaLaurea, mostra che la qualità degli studenti immatricolati nelle facoltà di Ingegneria, misurata attraverso il risultato dei test standardizzati CISIA, ha un significativo impatto sulla regolarità degli studi. La graduatoria per Facoltà per numero di studenti in corso cambia a seconda se si considerano o meno le condizioni di partenza degli studenti che in quelle Facoltà si iscrivono (misurata dai test). “Così come un’impresa è interessata al valore aggiunto per addetto più che al fatturato – spiega Ferrante – anche il policy maker dovrebbe essere interessato a destinare risorse pubbliche in funzione della produttività delle istituzioni universitarie piuttosto che in base agli esiti in uscita dei laureati”.
Non a caso, l’attenzione per la valutazione della performance del sistema formativo sulla base del valore aggiunto è più radicata nei paesi nei quali la cultura della valutazione è più diffusa. Si tratta di approfondimenti ai quali AlmaLaurea ha deciso di destinare parte significativa della propria esperienza e delle competenze maturate in quasi vent’anni di attività. Perché investire di più e meglio nell’istruzione di terzo livello e in ricerca non può che essere l’obiettivo a cui tendere. Per garantire un futuro alle giovani generazioni capaci e meritevoli, al mondo produttivo impegnato a competere sui mercati internazionali, all’intero Paese.