Molti studi sottolineano quanto il wellbeing rappresenti da un lato uno strumento utile per trattenere le persone in azienda diminuendo il turn over e aumentandone la soddisfazione e dall’altro concorra, in fase di attraction, a rendere l’azienda interessante agli occhi dei candidati.
Ma cosa significa in concreto parlare di wellbeing e che impatto può avere nelle realtà aziendali? Il tema è stato al centro del webinar di apertura di AL Lavoro Triveneto, durante il quale relatori e relatrici provenienti dal mondo aziendale e istituzionale hanno apportato la loro testimonianza.
Silvia Cavallarin (Veneto Lavoro) ha ricordato la legge della Regione Veneto (15 del 2017) che ha come obiettivo la creazione di un sistema di accreditamento che, tra le altre cose, vada a valorizzare le aziende che abbiano a cuore il benessere dei propri dipendenti. Ha sottolineato inoltre quanto questo aspetto sia centrale per i giovani lavoratori, la Generazione Z e i Milllennials ricercano infatti un ambiente di lavoro che sia connotato da benessere organizzativo, dove sia possibile realizzarsi e avere opportunità di crescita, a differenza delle generazioni precedenti da cui vengono maggiormente richieste iniziative che riguardano la sanità integrativa e la previdenza complementare.
Andare incontro a questa “nuova” modalità di concepire il wellbeing è quanto le aziende stanno già provando a fare, come condiviso da Danilo Continisio (Gruppo Hera). Nella sua esperienza aziendale numerose sono le iniziative di welfare messe in campo a partire da un portale dedicato che permette ai dipendenti di usufruire di vari tipi di servizi, legati ad esempio all’istruzione, alla persona, al sostegno al reddito, alla salute ma anche tramite iniziative aggiuntive, come ulteriori contributi relativi all’istruzione dei figli, alla mobilità sostenibile, alla prevenzione nell’ambito della salute; tutte iniziative che hanno come minimo comune denominatore la concezione del dipendente come persona alla ricerca della propria dimensione di benessere.
Alle numerose azioni specifiche intraprese dalle aziende, si affiancano la centralità dell’ascolto e della comunicazione. Su questo si è soffermato Paolo Vitale (Umana), sottolineando l’importanza di coniugare le opportunità di welfare con il continuo ascolto e la relazione con i dipendenti, tramite focus group, laboratori, dando loro la parola, per capire cosa significhi stare bene in azienda e cosa gli occorra per raggiungere questo obiettivo. A questo deve necessariamente avere un proprio ruolo la comunicazione interna e la condivisione di informazioni all’interno dell’azienda.
Dello stesso avviso Alice Bonaldo (Mitsubishi Electric Hydronics & IT Cooling), che ha rimarcato l’importanza del welfare e wellbeing sia nell’attraction di nuovi talenti, che nella retention dei dipendenti. In quest’ottica quello che non va mai dimenticato è il rispetto della diversità, che in ambito wellbeing si traduce in diversificazione dell’offerta, determinata da numerosi fattori che riguardano i dipendenti: l’età, situazioni personali, familiari e molto altro. Per questo è centrale ascoltare e monitorare l’evoluzione delle necessità della popolazione aziendale, affinché il wellebing sia a misura di dipendente e realmente efficace.
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Wellbeing in azienda per attrarre e trattenere i talenti
Sono intervenuti:
Alice Bonaldo - Compensation & Benefit Manager, Mitsubishi Electric Hydronics & IT Cooling
Silvia Cavallarin - Coordinatrice di Veneto Welfare, Veneto Lavoro
Danilo Continisio - Comunicazione Organizzativa, Compensation & Benefit, Gruppo Hera
Paolo Vitale - Responsabile sviluppo progetti Itinere, Umana
Con la moderazione:
Chiara Cordellina - Responsabile Unità Operativa Servizi al Lavoro Nord-Est, AlmaLaurea srl
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