Le retribuzioni dei laureati: un’analisi approfondita

Il tema delle retribuzioni è senz’altro uno degli aspetti che desta maggior interesse quando si parla di occupazione dei laureati. L’indagine di AlmaLaurea consente, come ogni anno, di approfondire e completare il quadro sul tema, attraverso le analisi svolte per tipo di corso di laurea e gruppo disciplinare, considerando anche le disparità di genere e le differenze territoriali.

Per tutti i collettivi analizzati, i livelli retributivi osservati nel 2023 risultano in aumento rispetto a quelli registrati nelle precedenti rilevazioni.

Tuttavia, una più corretta analisi temporale deve tenere conto del mutato potere d’acquisto, soprattutto in un periodo, come quello avviato nell’anno 2022, caratterizzato da elevati livelli di inflazione, legati soprattutto alla perdurante instabilità geopolitica.

Considerando dunque le retribuzioni reali, il quadro che emerge muta, evidenziando, per tutti i collettivi, una diminuzione delle retribuzioni rispetto all’indagine del 2022. Tale risultato conferma dunque l’inversione di tendenza, evidenziata lo scorso anno, che interrompe il trend di progressivo aumento delle retribuzioni osservato negli anni precedenti.

Nel 2023 la retribuzione mensile netta a un anno dal titolo è, in media, pari a:

  • 1.384 euro per i laureati di primo livello
  • 1.432 euro per i laureati di secondo livello.

Il confronto con le rilevazioni precedenti mostra un tendenziale aumento delle retribuzioni in termini nominali, ossia considerando i valori effettivamente raccolti dalle dichiarazioni dei laureati nelle interviste.

In termini reali, ossia tenendo conto del mutato potere d’acquisto, si osserva, al contrario, una diminuzione delle retribuzioni rispetto all’indagine del 2022:

  • -1,4% per i laureati di primo livello
  • -0,5% per quelli di secondo livello.

Tale andamento, dunque, interrompe il trend positivo rilevato fino al 2021 anche se la diminuzione rilevata nel 2023 rispetto all’anno precedente risulta più contenuta di quella osservata nel 2022 e livelli retributivi in aumento rispetto a quelli registrati nel periodo pre-pandemico.

Su tali tendenze incide la diversa diffusione del lavoro part-time, che nel 2023 coinvolge il 18,4% dei laureati di primo livello e il 13,8% di quelli di secondo livello.

Per una migliore valutazione delle tendenze retributive, pertanto, sono stati svolti specifici approfondimenti che hanno tenuto conto della diversa diffusione del part-time: tali analisi hanno mostrato che le tendenze retributive sopra descritte sono comunque confermate anche limitando l’analisi ai soli occupati a tempo pieno.

cinque anni dal titolo la retribuzione mensile netta è pari a:

  • 1.706 euro per i laureati di primo livello
  • 1. 768 euro per i laureati di secondo livello.

L’analisi temporale conferma anche a cinque anni dalla laurea le tendenze sopra evidenziate, caratterizzate da una riduzione dei livelli retribuivi rispetto l’indagine precedente e dalla conseguente interruzione del trend di miglioramento dei livelli retributivi osservati già da alcuni anni: le retribuzioni reali figurano, infatti, in diminuzione rispetto all’analoga rilevazione del 2022 (-1,0% per i laureati di primo livello e -1,2% per quelli di secondo livello).

Inoltre, l’analisi temporale, condotta sui laureati del 2018, consente di apprezzare un forte aumento dei salari reali, tra uno e cinque anni:

  • +26,7% tra i laureati di primo livello (da 1.346 euro quando furono intervistati a un anno ai 1.706 euro)
  • +25,6% tra quelli di secondo livello (da 1.408 euro a 1.768 euro).

Le tendenze qui osservate risentono anche della diversa diffusione del lavoro a tempo parziale. Anche in tal caso, le tendenze retributive sopra descritte sono comunque confermate anche limitando l’analisi ai soli occupati a tempo pieno.

Differenze per gruppo disciplinare

Differenze retributive si riscontrano anche all’interno dei vari gruppi disciplinari

Tra i laureati di primo livello, a un anno dalla laurea, retribuzioni più elevate sono associate ai laureati dei gruppi:

  • medico-sanitario (in media, 1.598 euro mensili netti)
  • informatica e tecnologie ICT (1.569 euro)
  • ingegneria industriale e dell'informazione (1.546 euro).

Anche tra i laureati di secondo livello le retribuzioni sono particolarmente elevate tra gli occupati dei gruppi:

  • informatica e tecnologie ICT (1.742 euro)
  • ingegneria industriale e dell'informazione (1.704 euro)
  • medico-sanitario e farmaceutico (1.645 euro).

Retribuzioni decisamente inferiori alla media (meno 1.200 euro mensili) si riscontrano, invece, sia tra i laureati di primo sia tra quelli di secondo livello dei gruppi arte e design, scienze motorie e sportive, psicologico, letterario-umanistico, nonché tra i laureati di primo livello dei gruppi educazione e formazione e linguistico e tra quelli di secondo livello del gruppo giuridico.

Rispetto alla precedente indagine, la retribuzione risulta in calo per la maggior parte dei gruppi disciplinari. Tra i laureati di primo livello, si rileva, invece, un aumento per i gruppi agrario-forestale (+2,8%), giuridico (+1,2%) e scientifico (+0,9%); tra i laureati di secondo livello si registra un aumento per i gruppi di scienze motorie e sportive (+6,7%), psicologico (+4,6%), economico (+2,6%), architettura e ingegneria civile (+1,4%), nonché politico-sociale e comunicazione (+1,0%)

Il quadro appena dipinto resta sostanzialmente confermato anche a cinque anni dal titolo: le retribuzioni più consistenti sono associate ai laureati dei gruppi informatica e tecnologie ICT e ingegneria industriale e dell'informazione (con valori che superano i 2.000 euro sia per i laureati di primo livello sia per quelli di secondo livello). A fondo scala si confermano invece i laureati del gruppo educazione e formazione, con valori decisamente più bassi della media.

Variazione retribuzioni tra 1 e 5 anni dalla laurea

L’analisi temporale condotta sui laureati del 2018 mostra un generale aumento, rispetto alla rilevazione svolta, sulla medesima coorte, a un anno dal titolo, delle retribuzioni per tutti i gruppi disciplinari in esame.

Tra i laureati di primo livello questo è verificato, in particolare, per i laureati dei gruppi:

  • linguistico (+31,8%)
  • giuridico (30,4%)
  • politico sociale e comunicazione (+28,9%).
  • ingegneria industriale e dell'informazione (+28,7%)

L’aumento retributivo più contenuto, al contrario, si rileva per i laureati dei gruppi:

  • educazione e formazione (+10,8%)
  • agrario-forestale (+14,5%)

Tra i laureati di secondo livello, a rilevare un maggior aumento retributivo, con incrementi che superano il 60%, sono i laureati dei gruppi:

  • giuridico
  • psicologico

Tali incrementi superano il 40% per i gruppi:

  • architettura e ingegneria civile
  • scienze motorie e sportive

Aumenti retributivi decisamente più contenuti, si osservano, invece, tra i laureati di secondo livello, nei gruppi:

  • educazione e formazione (+5,4%)
  • medico-sanitario e farmaceutico (+8,8%)

Naturalmente tali andamenti dipendono anche dalla situazione retributiva osservata a un anno dalla laurea.

Infatti, gli incrementi retributivi maggiori sono generalmente osservati all’interno dei gruppi che a un anno dalla laurea percepivano retribuzioni modeste; viceversa, le variazioni più contenute, seppure rilevanti, sono osservate nei gruppi che mostravano, già a un anno dal titolo, retribuzioni elevate.

Ciò tuttavia non è confermato in tutti i gruppi disciplinari: ad esempio, i laureati di primo livello di educazione e formazione, che a un anno dal titolo presentavano livelli retributivi tra i più bassi, ancora a cinque anni risultano penalizzati.

Laureati degli anni 2022 e 2018 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati degli anni 2022 e 2018 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

Differenze territoriali

L’analisi per ripartizione geografica di lavoro evidenzia importanti differenze retributive che vedono avvantaggiati i laureati che lavorano al Nord e -soprattutto- all’estero, rispetto a coloro che lavorano nel Mezzogiorno.

A un anno dal conseguimento del titolo, il vantaggio retributivo degli occupati al Nord è del:

  • 6,4% tra i laureati di primo livello (percepiscono in media 1.403 euro rispetto ai 1.318 di quelli del Mezzogiorno).
  • 15,2% tra quelli di secondo livello (1.459 euro rispetto ai 1.267 euro del Mezzogiorno).

Rispetto all’indagine del 2022 si registra una diminuzione del differenziale retributivo tra i laureati di primo livello (era +7,6%, sempre a favore del Nord), dovuta, a una riduzione delle retribuzioni reali tra gli occupati al Nord (-1,4%) e una sostanziale stabilità tra gli occupati nel Mezzogiorno (-0,3%).

Tra i laureati di secondo livello, al contrario, rispetto alla rilevazione del 2022 si registra un aumento del differenziale retributivo (era +14,2%, sempre a favore del Nord), dovuto a una sostanziale stabilità delle retribuzioni reali percepite dagli occupati al Nord (-0,3%) e una diminuzione tra gli occupati nel Mezzogiorno (-1,1%)

È all’estero però che si concentrano le retribuzioni più elevate, già a un anno dal titolo:

  • 752 euro tra i laureati di primo livello
  • 125 euro tra quelli di secondo livello.

Anche a cinque anni dal conseguimento del titolo le evidenze fin qui delineate sono sostanzialmente confermate, evidenziando il vantaggio retributivo degli occupati al Nord rispetto a quanti lavorano nel Mezzogiorno:

  • +15,4% tra i laureati di primo livello (1.704 euro al Nord rispetto ai 1.476 euro del Mezzogiorno)
  • +11,5% tra quelli di secondo livello (rispettivamente, 1.768 e 1.585 euro)

Infine le retribuzioni di chi lavora all’estero sono decisamente più alte:

  • 650 euro mensili netti tra i laureati di primo livello
  • 613 euro tra quelli di secondo livello.

Laureati dell’anno 2022 e 2018 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per ripartizione geografica di lavoro e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati dell’anno 2022 e 2018 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per ripartizione geografica di lavoro e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

Differenze di genere

Anche la rilevazione del 2023 conferma le note differenze di genere nei livelli retributivi, che vedono avvantaggiata la componente maschile.

A un anno dalla laurea, gli uomini percepiscono una retribuzione più elevata rispetto a quella delle donne del:

  • 12,9% tra i laureati di primo livello (1.488 euro e 1.318 euro, rispettivamente)
  • 14,7% tra i laureati di secondo livello (1.545 e 1.347 euro).

Rispetto all’indagine del 2022, il differenziale di genere rimane pressoché stabile per i laureati di primo livello (era +13,0% sempre a favore degli uomini) e in calo per i laureati di secondo livello (era +15,7%).

Tale risultato è dovuto a un medesimo calo dei livelli retributivi, sia per gli uomini sia per le donne, tra i laureati di primo livello (-1,3% nell’ultimo anno); tra i laureati di secondo livello, invece, il differenziale di genere è diminuito a seguito di una riduzione delle retribuzioni reali solo per gli uomini (-0,8% rispetto al 2022), mentre per le donne sono rimaste costanti.

Le differenze di genere nei livelli retributivi si attenuano considerevolmente se si considerano i soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno: complessivamente, tra i laureati di primo livello il divario si riduce fino al:

  • 4,2%, tra i laureati di primo livello
  • 9,9% tra i laureati di secondo livello

Tale vantaggio retributivo è tra l’altro confermato, seppur con diversa intensità, in quasi tutti i gruppi disciplinari.

Tra i laureati di primo livello, il differenziale, sempre a favore degli uomini, è maggiore tra coloro che provengono dai gruppi:

  • architettura e ingegneria civile (+25,2%)
  • arte e design (+19,4%)
  • giuridico (+17,5%)

Tra i laureati di secondo livello, invece, i differenziali retributivi più elevati, sempre a favore degli uomini, sono registrati nei gruppi:

  • psicologico (+15,5%)
  • architettura e ingegneria civile (+11,1%)
  • arte e design (+10,0%)

Laureati dell’anno 2022 occupati a un anno dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati dell’anno 2022 occupati a un anno dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

cinque anni dalla laurea, gli uomini percepiscono una retribuzione più elevata rispetto a quella delle donne del:

  • 15,8% tra i laureati di primo livello (1.875 euro rispetto ai 1.619 euro)
  • 15,3% tra i laureati di secondo livello (1.912 euro rispetto ai 1.659 euro).

Anche in tal caso le differenze di genere si attenuano, pur rimanendo consistenti, soprattutto tra i laureati di secondo livello, se si considerano i soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno: complessivamente, il divario è pari a:

  • 11,4%, tra i laureati di primo livello (1.901 euro rispetto ai 1.706 delle donne)
  • 12,6% tra i laureati di secondo livello (1.927 euro rispetto ai 1.711 delle donne).

Le differenze di genere sono confermate all’interno di ciascun gruppo disciplinare, laddove le numerosità siano sufficienti a garantire confronti attendibili.

Tra i laureati di primo livello a cinque anni dalla conclusione degli studi, il differenziale retributivo, a favore degli uomini, è particolarmente evidente nel gruppo economico (+18,4%).

Tra i laureati di secondo livello, invece, gli uomini percepiscono più delle donne in particolare nel gruppo architettura e ingegneria civile (+11,3%) e in quello economico (+10,2%).

Si confermano, infine, differenze di genere anche rispetto alla presenza di figli all’interno del nucleo familiare.

Isolando, in particolare, i soli laureati di secondo livello che lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro dopo il conseguimento del titolo, a un anno dalla laurea, la componente maschile percepisce retribuzioni più elevate rispetto a quella femminile del:

  • 9,8% tra i laureati senza figli (1.568 euro per gli uomini, 1.428 euro per le donne)
  • 31,0% tra i laureati che ne hanno almeno uno (1.945 euro e 1.485 euro, rispettivamente).

I differenziali, sempre a favore della componente maschile, sono confermati anche a cinque anni dalla laurea di secondo livello:

  • +12,0% tra i laureati che non hanno figli
  • +21,0% tra i laureati che ne hanno almeno uno.

Laureati dell’anno 2018 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati dell’anno 2018 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

I fattori che incidono sulla retribuzione mensile netta dei laureati a un anno dal titolo

Uno specifico approfondimento ha analizzato congiuntamente i molteplici fattori che incidono sulla retribuzione mensile netta dei laureati a un anno dal titolo.

Sintetizzando le principali evidenze, emerge che, anche a parità di altre condizioni si conferma il vantaggio retributivo dei laureati di secondo livello, rispetto a quelli di primo livello, di 115 euro netti in più al mese.

Un effetto determinante sui differenziali retributivi dei neolaureati è dato, a parità delle altre condizioni osservate, dal gruppo disciplinare.

Rispetto ai laureati del gruppo politico-sociale e comunicazione, percepiscono, in media, retribuzioni significativamente superiori i laureati dei gruppi:

  • medico-sanitario e farmaceutico (+310 euro mensili netti)
  • informatica e tecnologie ICT (+184 euro)
  • ingegneria industriale e dell'informazione (+175 euro)
  • economico (+104 euro)
  • scientifico (+86 euro)
  • educazione e formazione (+64 euro)

All’opposto, sono più svantaggiati dal punto di vista retributivo soprattutto i laureati del gruppo psicologico (-73 euro mensili netti).

Inoltre, si confermano significative le tradizionali differenze di genere, che vedono, in media, un vantaggio retributivo degli uomini rispetto alle donne, di 72 euro netti in più al mese.

Si rilevano differenziali retributivi anche in termini territoriali, che confermano il vantaggio retributivo di chi lavora al Nord (+40 euro mensili netti) e, soprattutto, di chi lavora all’estero (oltre 661 euro netti mensili in più) rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno.

È opportuno tuttavia tenere in considerazione le differenze nel costo della vita che caratterizzano i diversi Paesi, e le aree territoriali all’interno del medesimo Paese, differenze che sortiscono un impatto sulle retribuzioni.

Anche le caratteristiche specifiche del lavoro evidenziano, a parità di tutte le altre condizioni, importanti differenze retributive in termini contrattuali (rispetto a chi è occupato con altre forme di lavoro, +286 euro per chi svolge un’attività in proprio e +146 euro per chi è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato), in relazione alla professione svolta dai laureati (+72 euro per chi svolge una professione di livello elevato rispetto a chi svolge un’altra professione), al settore e al ramo di attività economica in cui opera l’azienda (ad esempio, +185 euro per chi lavora nel settore pubblico rispetto a chi è occupato nel privato), nonché in funzione della diffusione di attività a tempo pieno e parziale (+298 euro per chi lavora a tempo pieno rispetto a quanti lavorano part-time).

 

Sintesi del Rapporto AlmaLaurea (.pdf)

Consulta i dati: