Il dibattito sul rapporto tra intelligenza artificiale (IA) e lavoro è tra i più accesi degli ultimi mesi. Un timore diffuso è che molte professioni possano essere sostituite del tutto o in parte da sofisticate applicazioni in grado di produrre contenuti, gestire attività amministrative e industriali, regolare processi di marketing, strutturare canali e-commerce con target sempre più precisi e definiti e molto altro ancora. Dall’altra parte c’è chi sostiene che, in futuro, l’intelligenza artificiale non sia destinata alla sostituzione di molte professionalità ma che, al contrario, possa integrare le competenze tipicamente umane, con il risultato di una maggiore efficienza e produttività. Un ulteriore punto di vista è quello di chi ritiene che le nuove tecnologie potrebbero rendere anacronistiche alcune attività svolte dall’uomo, si tratterebbe soprattutto di quelle più pericolose, rischiose o ripetitive. Questo permetterebbe di concentrarsi su ambiti professionali, ricreativi, culturali e socialmente utili, sperimentando novità inesplorate. In quest’ottica, i posti di lavoro che si verrebbero a creare sarebbero addirittura più numerosi di quelli persi.
Al di là degli scenari che si prospettano è opportuno riflettere sul ruolo che riveste l’IA nei processi di recruiting e nella capacità delle aziende di attrarre talenti. Analizziamo la situazione, prendendo in considerazione le opportunità e i rischi da tenere presenti.
IA tra opportunità e limiti
Secondo il World Economic Forum - The Future of Jobs Report 2020, entro il 2025 circa 85 milioni di posti di lavoro saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale, ma ne saranno creati 97 milioni. In quest’ottica bisognerebbe chiedersi non tanto se la IA sottrarrà lavoro, ma come cambierà il mondo del lavoro stesso. Probabilmente aumenteranno efficienza e produttività, i lavori saranno più creativi e richiederanno nuove competenze. Si apriranno scenari inediti che porteranno con sé problematiche etiche e sociali, come l’essere consapevoli dei limiti di queste metodologie, il rendere accessibili a tutti le opportunità più utili, evitando le disuguaglianze tra chi può usufruirne e chi resta indietro a causa della minore informatizzazione. Infatti, ogni trasformazione porta con sé limiti e rischi. Ad oggi, ad esempio, l’IA è priva di empatia, caratteristica tipica degli esseri umani, ma anche di capacità di comprensione e pensiero critico, a dispetto del suo nome. D’altra parte l’IA permette a moltissime attività di migliorare rapidamente le prestazioni in termini di velocità, ma anche di sintesi ed elaborazione dati. Qual è, quindi, il punto di incontro tra intuizione umana e intelligenza artificiale per il mondo delle aziende?
Recruiting e intelligenza artificiale: quali vantaggi?
L’IA era già tra noi da molto tempo, anche nel recruiting aziendale, che per effetto della pandemia si è progressivamente spostato verso la digitalizzazione, in particolare andando ad aumentare il ricorso ad alcuni strumenti per la selezione come i video colloqui e l’uso di test su piattaforme online. Proprio nella fase di selezione l’IA può supportare il lavoro del recruiter semplificando alcuni passaggi soprattutto preliminari, ad esempio tramite una selezione dei cv che porta alla restituzione ai recruiter di un numero di candidati limitato. Inoltre, consente di velocizzare i processi, ma anche di archiviare in modo strategico i CV e avere un database sempre aggiornato.
I possibili impieghi della IA nella valutazione dei candidati
Come evidenziano diversi studi, tra i quali una indagine del 2021 svolta da Scientometrics, prima che l’intelligenza artificiale si utilizzasse per il recruiting nel mondo del lavoro era molto più complesso valutare un candidato a 360 gradi, mettendo insieme esperienza, background, idoneità al ruolo.
Vediamo, nel dettaglio, alcuni dei vantaggi che la IA integrata nei più moderni ATS (Applicant Tracking System) può apportare al processo di recruiting:
- dà la possibilità all’ufficio HR di migliorare le proprie attività, elaborando e analizzando un’enorme mole di dati, velocizzando la fase di screening dei profili in presenza di numerose candidature;
- può migliorare la candidate experience, ricorrendo ad esempio ad un chatbot e supportando il candidato non appena entra nella pagina aziendale dedicata alle posizioni aperte;
- col suo approccio oggettivo, aiuta i recruiter, soprattutto nelle prime fasi del processo, ad evitare i bias, i pregiudizi e le informazioni incomplete, che possono aprire la strada alla discriminazione e alla disuguaglianza, con un impatto negativo non solo sulla carriera di una persona, ma anche sul contributo che questa può fornire all’azienda;
- permette di far emergere non solo le competenze tecniche di un professionista, ma anche le soft skills più legate ai tratti del carattere e della personalità, analizzando, ad esempio, le registrazioni di videocolloqui in differita.
La sinergia tra interazioni umane e ATS quindi può supportare il recruiter nel gestire l’iter di selezione, in particolare in presenza di condizioni specifiche come un alto numero di candidature. Al recruiter spetta la revisione finale, l’elaborazione e la sintesi, nonché il confronto e la relazione diretta con i candidati, alla quale potersi dedicare con attenzione.
IA e risorse umane, possibili rischi da evitare
L’intelligenza artificiale potrà avere ripercussioni positive sul futuro del lavoro, ma potrebbe portare con sé anche una serie di rischi dai quali è importante tutelarsi. Una regolamentazione da parte dei governi dei Paesi in cui si utilizzano ATS di intelligenza artificiale è essenziale, sia gli Stati Uniti che l’Europa sono dotati di norme per difendere aziende, enti e cittadini da un uso scorretto della IA e il dibattito su come regolamentare la materia è in corso. Si tratta in particolare di tutele rispetto alla sicurezza dei dati personali, alla privacy, all’etica e alla trasparenza: se questi aspetti non sono difesi, un uso consapevole e sostenibile delle tecnologie di intelligenza artificiale nel campo delle HR non sarebbe attuabile.
Per questa ragione le risorse umane devono essere anche in grado di muoversi autonomamente, mettendo in atto strategie per controllare i dati, monitorando dove circolano, in modo da evitare attacchi informatici e furti di dati sensibili. Inoltre le aziende che si occupano di recruiting, che quindi gestiscono informazioni personali, dovrebbero poter contare su professionisti con competenze specifiche per valutare potenzialità e rischi dell’intelligenza artificiale.
Intelligenza artificiale e formazione dei dipendenti
Anche nella prospettiva dei candidati o delle aziende che intendono offrire opportunità di formazione ai propri dipendenti, l’intelligenza artificiale può fornire strumenti per una crescita professionale personalizzata, aiutando lo sviluppo di skill e talenti, ma anche rendendo un curriculum ancora più appetibile sul mercato del lavoro. Un’impresa che segue i nuovi trend per l’impiego sa che con gli strumenti adeguati si può investire nello sviluppo di competenze dei dipendenti, oltre che nella crescita del business e nel rinnovamento dell’immagine aziendale. L’IA infatti permette di:
- effettuare valutazioni e dare feedback sulle prestazioni dei singoli, identificando aree di debolezza e punti di forza, implementando le competenze;
- mettere a punto piani di apprendimento tagliati sulle esigenze individuali, con risorse e contenuti a misura di ciascun professionista;
- creare situazioni di pratica simulate per permettere un’esercitazione sul campo e rafforzare eventuali mancanze con contenuti più mirati e concreti;
- seguire corsi di formazione in lingue, informatica, avere suggerimenti di letture di libri e approfondimenti per migliorare ulteriormente le proprie competenze.
Ad oggi l'intelligenza artificiale è, come visto, un tema molto dibattuto in vari ambiti e non fanno eccezione le risorse umane. Rimane però ancora centrale il ruolo del recruiter che, per svolgere al meglio il suo lavoro, deve dotarsi di strumenti adeguati. Se hai bisogno di una consulenza sugli strumenti più idonei alla tua attività di recruiting contattaci!
Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti dedicati al mondo delle imprese?
Compila il form e iscriviti alla newsletter!