Candidate experience, un valore aggiunto anche per l’azienda: ecco come migliorarla

Il mondo del lavoro ha subito negli ultimi anni una profonda trasformazione che continua tutt’ora, anche sulla falsariga della pandemia di Covid-19. L’universo del digitale era già un ambito di opportunità anche dal punto di vista professionale: basti pensare ai diversi canali per il recruitment (primo tra tutti LinkedIn) o alla possibilità di incontrarsi in riunioni virtuali senza spostarsi fisicamente dalla propria sede. L’obbligo di mantenere le distanze per evitare il contagio ha avuto come conseguenza l’esigenza di implementare i canali di comunicazione online, attraverso piattaforme, app, soluzioni che assicurassero un’interazione rapida e ancora più efficace. Questa rivoluzione coinvolge anche la candidate experience, un percorso talvolta lungo, complesso e ricco di risvolti emotivi, personali e professionali che riguarda il processo di selezione, sia dal punto di vista del candidato che da quello dell’azienda.
 

Che cos'è la candidate experience?

Ma che cos’è, nel dettaglio, la candidate experience? Con questa espressione si intende l’esperienza, anche a livello emotivo e psicologico, di una persona che entra a contatto con una realtà aziendale, durante tutto il percorso di selezione, fino alla eventuale assunzione. 

Si può dire che la candidate experience abbia inizio prima ancora che il professionista invii il suo curriculum. Prende forma nel momento in cui la persona matura in sé l’idea di trovare nuove sfide professionali e inizia quindi a guardarsi intorno, cercando l’azienda più in linea con le proprie aspirazioni e competenze. Questo percorso si snoda con varie modalità: quando si individua un annuncio di lavoro sui social, sul sito di un’azienda, su un portale internet che si occupa di impiego, oppure anche durante una career fair o un evento di recruiting. 

Si presenta quindi la propria candidatura con l’invio del curriculum e si stringe un rapporto più diretto con la realtà aziendale prescelta, attraverso colloqui telefonici, di persona oppure, ancora una volta, attraverso il web, per esempio con videocall di presentazione.
 

Le strategie per migliorare la candidate experience

L’azienda ha tutto l’interesse a rendere la candidate experience un percorso positivo per chi ricerca lavoro: oggi non è più un “nice to have” da parte delle imprese, ma un elemento fondamentale all’interno della propria strategia di online recruiting, che va a vantaggio dei candidati e dell’azienda stessa. Vediamo perché e come migliorare la candidate experience, in sei punti chiave.
 

  1. L’iter per la candidatura deve essere rapido e semplice, per non scoraggiare le persone che cercano lavoro facendo loro impiegare troppo tempo ed energie in un’attività che non è detto avrà una risposta. Sui social network e sui portali di job search oggi è possibile inviare il proprio curriculum direttamente, inserendo pochi dati, in poco tempo e in modo trasparente, senza che sia necessario compilare lunghi form, ripetendo informazioni presenti già nel curriculum, che renderebbero l’esperienza altamente demotivante.
  2. Una risposta cortese, anche in caso di non rispondenza con le aspettative del candidato, è sempre consigliabile sia per un impatto positivo sull’autostima della persona in cerca di lavoro, sia nel caso in futuro si dovessero stabilire nuovi contatti professionali.
  3. Il colloquio è una fase cruciale. Il candidato deve essere trattato alla pari, in modo rispettoso e professionale, da selezionatori preparati che lo incontrano dopo aver già letto con attenzione il suo curriculum. Ampio spazio va riservato anche alle domande che il candidato avrà piacere di porre e al fornire informazioni sia sull’azienda, sia sul posto di lavoro stesso.
  4. Se l’iter di assunzione procede, con tappe successive, il candidato deve essere sempre seguito in un dialogo continuo volto a mantenere fiducia e buoni rapporti, fornendo anche eventuali rassicurazioni in caso l’esito della selezione tardi ad arrivare.
  5. Nel caso in cui, infine, si arrivi all’assunzione e all’onboarding, occorre mettere in atto un piano di inserimento confortevole ed efficace, che dia al neo assunto la certezza che tutto quello che si era effettivamente immaginato in fase di colloquio corrisponda alla realtà. 
  6. I primi mesi sono un periodo chiave: la new entry ha bisogno di ambientarsi, di prendere confidenza con la realtà aziendale e con i colleghi, deve adattarsi ai ritmi di produttività. Il suo vissuto è essenziale non solo per l’engagement e per la sua performance, ma anche per l’azienda. Personale soddisfatto, che opera come un brand ambassador per l’immagine aziendale, contribuisce a favorire un clima più sereno, maggiore produttività e aumento della retention, con riduzione del turnover.

 

Oltre le competenze: la componente emotiva del processo di selezione

Nel percorso di selezione, che può concludersi o meno con l’assunzione, il candidato prova emozioni di vario tipo, che condizionano il suo modo di essere. La normale, lieve ansia che prova quando spera di essere contattato per un colloquio, l’impegno nel presentarsi al meglio, la speranza che l’iter continui a proprio favore, sono aspetti che condizionano notevolmente anche l’immagine che il candidato si crea nei confronti della realtà aziendale, a prescindere dal modo in cui il percorso si concluderà.

Per questo è importante che l’azienda mantenga lo stesso atteggiamento di cura, attenzione e trasparenza anche nei confronti dei candidati che non vengono selezionati per l’assunzione. Anche questo, infatti, può contribuire in modo decisivo alla reputazione dell’azienda stessa, a vantaggio o a svantaggio del branding aziendale. Una candidate experience negativa, attraverso giudizi espressi sui social o il semplice passaparola, può condizionare l’approccio di molti altri potenziali candidati, contribuendo a creare un’immagine positiva dell’azienda ad altre persone o, al contrario, oscurandone il prestigio.
 

Vantaggi anche per l’azienda

L’impatto positivo di una buona candidate experience migliora l'employer branding, riduce i costi di assunzione facilitando la buona riuscita della selezione e contribuisce a promuovere una cultura aziendale positiva e propositiva. 

Per migliorare l’attenzione a tutte le fasi della selezione, le imprese possono avvalersi anche dell’aiuto di organizzazioni esterne, per gestire in modo completo ed efficace l’intero percorso. AlmaLaurea offre diverse possibilità mettendo a disposizione delle imprese servizi di recruiting online, ricerca e selezione, employer branding, eventi di recruiting digitali e in presenza. Può supportare imprese, enti e istituzioni per la selezione di candidati in modo competente, migliorando la candidate experience a vantaggio della reputation aziendale e trovando per ogni posizione la figura professionale più adatta, nel rispetto dei tempi e con un’ottimizzazione dei costi.

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