Skills Mismatch: tra policy pubbliche e buone pratiche aziendali

Nel webinar di apertura di AL Lavoro Roma, il career day dedicato alla Capitale, AlmaLaurea ha voluto affrontare un tema sempre più attuale come lo skills mismatch, ovvero la discrepanza tra le competenze di cui sono in possesso i candidati e quelle richieste dal mondo delle imprese. Nel primo giro di tavolo è stato richiesto ai relatori di tracciare un quadro complessivo della situazione, specialmente per quanto riguarda la realtà aziendale o istituzionale rappresentata.

Per Massimo Sabatini, Direttore Generale di Fondirigenti: “la nostra realtà rappresenta un osservatorio privilegiato, perché quando un'azienda decide di introdurre percorsi di formazione inizia formando i dirigenti verso gli obiettivi che coinvolgeranno tutti. Da anni ormai le imprese italiane stanno cambiando, si stanno trasformando secondo tre aspetti: quello tecnologico, quello ambientale e quello sociale. Per questo oggi la necessità di nuove competenze si sente ancora di più, per allinearsi rispetto a tematiche estremamente recenti".

Ad evidenziare una situazione degna di attenzione è anche Chiara Caracciolo, Project Manager di Consorzio Elis, che spiega: “Consorzio Elis nasce come consorzio di formazione che oggi lavora con 130 grandi aziende. L’idea di questa collaborazione è creare occasioni per i giovani rispondendo a diverse problematiche sociali ed istituzionali. Consorzio Elis parte da quelli che sono i bisogni di competenze delle aziende che mancano ai giovani, per allineare questi ultimi alle necessità del mondo del lavoro. Un processo win – win che crea un passaggio privilegiato tra giovani e lavoro”. Relativamente allo skills mismatch, per Caracciolo “la chiave per le sfide di questo tempo è il continuous learning ovvero continuare ad imparare per rispondere in maniera efficace alle sfide poste dal mondo del lavoro. Abbiamo inaugurato in questo senso un nuovo progetto chiamato Distretto Italia, con 50 grandi aziende che hanno deciso di condividere i propri bisogni occupazionali, mettendo da parte la gara per accaparrarsi i talenti. Noi abbiamo quindi strutturato percorsi multi aziendali per costruire un pacchetto completo di competenze. Accanto a noi ci sono anche le istituzioni, con in prima fila il Ministero del Lavoro, perché davanti a scenari come questo bisogna fare sistema”.

Nel primo giro di tavolo è stata anche affrontata la tematica dell’orientamento dei più giovani. Secondo Caracciolo infatti: “l’orientamento è un’arma vincente per la prevenzione dello skill mismatch. Come Consorzio Elis partiamo dalla scuola secondaria di primo grado, raggiungendo 45mila studenti italiani a cui diamo l’occasione di capire in quale direzione stia andando il mondo del lavoro. Sarebbe  auspicabile rendere i giovani capaci di progettare consapevolmente il proprio futuro in anticipo rispetto al momento in cui entreranno nel mondo del lavoro”.

La formazione è centrale anche per Laura Fiè, Hr Business Partner di Cirfood, che spiega: “Il mismatch per noi si declina in maniera diversa a seconda delle nostre persone, di quelle che lavorano in ufficio e di quelle che lavorano nei nostri negozi e nelle nostre cucine. Ci dobbiamo portare avanti sulla richiesta di competenze anche perché la digitalizzazione coinvolge tutta la nostra organizzazione, in tutte le nostre aree ci saranno modernizzazioni e contaminazioni che toccheranno anche l'intelligenza artificiale”. Tornando sul tema formativo all’interno delle scuole Fiè racconta: “Bisogna dialogare con il mondo scolastico di ogni ordine e grado, allinearsi e confrontarsi con tutto il sistema che forma i talenti di domani. Forniamo costantemente il nostro contributo, specialmente alle scuole superiori”.

Al centro del secondo giro di tavolo del webinar ci sono invece state le parole con cui, secondo i relatori, si può affrontare il fenomeno dello skills mismatch.

Per Sabatini: “la parola chiave è curiosità. L’apprendimento non è statico ma in evoluzione e va interpretato vedendo nelle aziende un osservatorio su dove stanno andando le competenze. Abbiamo fatto un percorso di ricerca sul Manager Formatore, non un manager che cura la formazione in prima persona ma capace di creare un ambiente favorevole per formare le proprie risorse. Abbiamo visto che nelle aziende che investono in formazione c’è uno spread positivo sulle performance rispetto alle realtà che non allocano risorse in tal senso. Per questo coltivare questa curiosità nel formare fa crescere sia le persone che le imprese”.

Per Caracciolo: “bisogna partire dalle proprie passioni e dai propri interessi, come bussole in un mondo del lavoro che cambia e confonde. Avere chiaro ciò che piace aiuta ad orientarsi in un mondo in cui è facile perdersi, perché passare una vita a fare un lavoro che non piace è frustrante”.

Secondo Fiè: “la parola centrale è ponte, ovvero il collegamento che si deve creare tra mondo dell’istruzione e mondo aziendale. Le imprese devono entrare nelle scuole per impostare un dialogo produttivo a vantaggio di tutti i giovani talenti”.  
 

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Skills mismatch: tra policy pubbliche e buone pratiche aziendali


Sono intervenuti:
Massimo Sabatini - Direttore Generale Fondirigenti
Chiara Caracciolo - Project Manager Consorzio Elis
Laura Fié - HR Business Partner & People Development Manager Cir Food

Moderatore:
Silvio Marchettini - Responsabile Unità Servizi al Lavoro Centro Sud di AlmaLaurea srl

 

 

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