AL Lavoro Triveneto - Digital edition, la prima tappa del tour AL Lavoro dedicata ai laureandi e neolaureati del Nord Est e ad imprese nazionali e internazionali in cerca di candidati provenienti dal territorio, è stata inaugurata da una riflessione sui profili STEM, la cui ricerca e successivo coinvolgimento appaiono per molte aziende piuttosto complicati.
La ricerca di questi profili è sempre stata complessa, ha evidenziato Chiara Cordellina, in particolare a causa di una disparità nel mondo del lavoro, dove la richiesta di profili STEM è molto più alta rispetto all’offerta. Questa tendenza non si è arrestata negli ultimi due anni, in cui la pandemia ha messo in difficoltà molti settori, al contrario i grossi passi verso la digitalizzazione che sono stati fatti hanno portato ad una richiesta ancora più elevata di questi profili.
Claudia Girotti ha riassunto le caratteristiche di questa tipologia di laureati e i loro risultati in termini occupazionali. Se a livello nazionale, l’ultima indagine AlmaLaurea del 2021 conferma la tendenza del 66,6% dei laureati triennali a proseguire gli studi dopo la laurea, per i profili STEM è l’80% a proseguire, comportando un ritardo nell’ingresso nel mondo del lavoro.
Inoltre i laureati STEM, a un anno dalla laurea, hanno esiti occupazionali superiori a livello nazionale rispetto ai colleghi laureati in altre discipline e, a cinque anni dalla laurea di secondo livello, oltre il 90% risulta occupato con una retribuzione che sfiora i 1700 euro.
In questo scenario le politiche di attraction e retention sono fondamentali: da un lato perché questi profili già in fase di ricerca del lavoro sono molto attenti, sia all’aspetto economico che ai valori e alla tipologia di azienda; dall’altro lato è importante trattenerli in azienda per non perdere know how importante, come confermano le testimonianze aziendali.
Giancarlo Raineri, ha ribadito infatti la scarsità di neolaureati STEM, che non soddisfano i numeri richiesti dalle aziende e ha confermato il ruolo chiave rivestito dalla retention di questi talenti. Le due leve principali per la retention sono sicuramente compensation e work-life balance, quest’ultima sempre più importante in una dimensione in cui lavoro e vita privata si intersecano, ma è altrettanto importante proporre dei percorsi di carriera che siano chiari e stimolanti nel corso del tempo, di tanto in tanto anche ad hoc. Inoltre un ruolo centrale è giocato dalla formazione, che permette ai lavoratori di non fossilizzarsi su un’unica tecnologia ma di crescere e avere stimoli nuovi.
Sulla stessa lunghezza d’onda è Stefano Zullo che, oltre a confermare l’importanza delle leve compensation e work-life balance, sottolinea l’importanza di avere delle normative aggiornate e al passo con i cambiamenti dell’attuale realtà lavorativa, per disciplinare situazioni di lavoratori italiani che lavorino in smart working all’estero ad esempio, tutte possibilità che aiutano molto la strategia di retention di questi profili.
Non solo, è fondamentale prevedere dei momenti di feedback durante il percorso e istituire momenti comuni di condivisione di buone pratiche e difficoltà.
La lettura istituzionale da parte di Tiziano Barone, restituisce un focus sul Veneto che conferma la debolezza dell’offerta dei profili STEM rispetto alla richiesta, influenzata tra le altre cose anche dalla mobilità di questi laureati verso paesi esteri. L’attenzione di Tiziano Barone è in particolare concentrata sulle politiche, interventi e attività che gli attori istituzionali possono attuare per facilitare l’inserimento di questi profili in azienda.
Profili STEM: come attrarli e coinvolgerli in azienda
Sono intervenuti:
Tiziano Barone - Direttore di Veneto Lavoro
Claudia Girotti - Ufficio Indagini e Statistiche AlmaLaurea
Giancarlo Raineri - Area Recruiting & Employer Branding presso Engineering
Stefano Zullo - HR Business Partner presso BIP
Con la moderazione di:
Chiara Cordellina - Responsabile UOSL Nord Est AlmaLaurea srl
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