Sono 634mila i laureati che le imprese hanno programmato di inserire in azienda nel 2021, ossia il 13,7% dei 4,6 milioni di figure complessivamente ricercate. Ma 240mila sono di difficile reperimento, in particolare nei settori STEM: ingegneri, matematici, fisici e informatici. E’ questo lo scenario che emerge dal Rapporto Unioncamere 2021 “Laureati e lavoro. Gli sbocchi professionali dei laureati nelle imprese”, presentato il 18 marzo in modalità webinar.
Il rapporto costituisce anche una guida per l’orientamento volta a fornire informazioni sulle tendenze del mercato del lavoro e strumenti utili a compiere una scelta consapevole in merito al proprio percorso di laurea. Tra questi, i dati sulla condizione occupazionale dei laureati elaborati da AlmaLaurea. Completano il volume alcune schede per indirizzo di laurea e per professione.
“L'investimento sull'orientamento, e in particolare quello verso i percorsi STEM, è significativo non solo in termini di occupabilità dei laureati ma anche in funzione del riequilibrio di genere – ha sottolineato Marina Timoteo, Direttore di AlmaLaurea - Le nostre indagini dimostrano che i percorsi Stem paiono attenuare le disuguaglianze che solitamente penalizzano le donne nel mondo del lavoro".
Gli indirizzi di laurea più ricercati
L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese, con 170mila contratti offerti. A seguire si posizionano i diversi indirizzi di ingegneria, con una richiesta complessiva di 142mila entrate. A seguire, gli indirizzi insegnamento e formazione (86mila), sanitario e paramedico (53mila), scientifico-matematico-fisico-informatico (34mila inserimenti previsti) e chimico-farmaceutico (29mila).
I requisiti più richiesti
Tra le figure professionali per cui le imprese richiedono una laurea, i giovani con meno di 30 anni rappresentano circa un quarto del totale (pari a 150mila).
Al 94% dei laureati le imprese richiedono inoltre di aver già acquisito un’esperienza lavorativa (nella specifica professione per il 49%, nello stesso settore per il 37% e una generica esperienza per l’8% dei casi).
Sono 240mila i laureati introvabili
Significativo il disallineamento tra domanda e offerta di laureati: sono 240mila (circa 4 laureati su 10) le figure che le imprese faticano a trovare.
Le cause sono molteplici. In primis c’è il “gap” nel numero di figure disponibili sul mercato (58% dei casi; quota aumentata di 4 punti rispetto al periodo pre-Covid), poi vi è anche il “gap di competenze”, collegato alla formazione ritenuta non adeguata o alla mancanza della necessaria esperienza, che è invece indicato nel 34% dei casi.