Il Rapporto AlmaLaurea 2023 sulla Condizione occupazionale dei laureati consente di tracciare le caratteristiche del lavoro svolto dai laureati, mettendone in luce diversi aspetti: dalla tipologia di attività lavorativa alla retribuzione, dal settore e ambito economico di impiego al livello di soddisfazione raggiunto.
Nell’approfondimento che segue, si fa riferimento 61 mila laureati di primo livello (considerati solo i laureati non iscritti ad altro corso di laurea) del 2017 e 117 mila laureati di secondo livello contattati a 5 anni dalla laurea in modo da restituire una fotografia di una situazione più stabile degli esiti occupazionali.
I dati mostrano una situazione dove la maggioranza dei laureati è assunta con un contratto a tempo indeterminato, impiegata nel settore privato e soddisfatta del lavoro svolto, mentre esistono differenziazioni importanti sia a livello di retribuzioni sia a livello di ramo di attività economica in cui ciascun laureato si inserisce.
Tipologia di attività lavorativa a cinque anni: più del 50% degli occupati assunti con un contratto a tempo indeterminato
Nel 2022, a cinque anni dal conseguimento del titolo, il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) coinvolge il 7,9% degli occupati di primo livello e il 16,7% degli occupati di secondo livello (valore in diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto alla rilevazione del 2021 per entrambi i collettivi)
I contratti a tempo indeterminato sono il 68,2% tra gli occupati di primo livello e il 51,1% degli occupati di secondo livello (+3,4 punti percentuali e + 0,5 punti rispetto all’indagine del 2021 valore più alto per entrambi i collettivi dell’ultimo quadriennio)
È assunto con un contratto a tempo determinato il 13,1% dei laureati di primo livello e il 16,6% dei laureati di secondo livello. I contratti formativi coinvolgono rispettivamente il 3,9% e il 7,8% degli occupati mentre tutte le altre forme di lavoro sono piuttosto contenute ed evidenziano percentuali al più pari al 5% circa.
Quasi due laureati su tre sono occupati nel settore privato
A cinque anni dalla conclusione degli studi il 56,1% degli occupati di primo livello e il 65,9% di quelli di secondo livello è occupato nel settore privato, mentre il 35,9% e il 31,4% è impegnato nel settore pubblico. Il settore non profit coinvolge il 7,8% degli occupati di primo livello il 2,6% degli occupati di secondo livello.
Concentrando l’attenzione su coloro che sono impegnati in attività non autonome e che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo aver acquisito il titolo è possibile fare un confronto tra i due settori a cinque anni dalla laurea che consente di sottolineare come i contratti a tempo indeterminato sono più diffusi nel settore pubblico tra i laureati di primo livello (76,7%, rispetto al 71,2% registrato nel privato; +5,5 punti percentuali) e, al contrario, nel settore privato tra quelli di secondo livello (80,5%, rispetto al 25,4% registrato tra quelli del pubblico; +55,1 punti).
Dove lavorano i laureati a 5 anni dalla laurea
L’indagine a cinque anni dal conseguimento del titolo consente di apprezzare meglio i percorsi di transizione studi universitari/lavoro, mettendo in luce, generalmente, una maggiore coerenza fra studi compiuti e attività lavorativa svolta.
Il settore dei servizi coinvolge l’85,7% degli occupati di primo livello e il 79,5% di quelli di secondo livello.
Le quote di occupati nel settore industriale si attestano, rispettivamente, al 12,2% e al 19,5%, mentre quelle dell’agricoltura sono anche in questo caso decisamente residuali (1,1% e 0,8%).
A cinque anni dal conseguimento del titolo, si rileva un’elevata concentrazione in pochi rami di attività economica tra i laureati del gruppo:
- medico-sanitario e farmaceutico (sanità, e per i laureati di secondo livello anche commercio e, istruzione e formazione);
- educazione e formazione (istruzione e ricerca, e per i laureati di primo livello, anche servizi sociali e personali)
Ampio è invece il ventaglio di rami in cui operano i laureati del gruppo:
- politico-sociale e comunicazione (8 rami)
- economico (8 rami)
- letterario-umanistico e arte e design (8 rami, solo per i laureati di primo livello).
Il quadro qui delineato evidenzia l’esistenza di due diversi modi di porsi della formazione universitaria: quella specialistica, finalizzata a specifici settori di attività, e quella polivalente, generalista.
Tutto ciò rende complesso stabilire se e in che misura, e per quanto tempo, ciò alimenti maggiori opportunità di lavoro oppure costringa a cercare comunque un’occupazione quale che sia il settore di attività economica.
Retribuzioni a cinque anni: in calo in termini reali rispetto al 2021
La retribuzione mensile netta è pari a 1.635 euro per i laureati di primolivello e a 1.697 euro per quelli di secondo livello (-2,4% in termini reali per i laureati di primo livello e -3,3% per quelli di secondo livello rispetto alla rilevazione del 2021)
L’analisi temporale conferma l’interruzione nell’ultimo anno del trend di miglioramento dei livelli retributivi osservati.
Differenze di retribuzione tra pubblico e privato
A cinque anni dal titolo la retribuzione mensile media netta per i laureati di primo livello è pari a 1.655 euro per il settore privato e 1.676 euro per il settore pubblico (+1,2% a favore del settore pubblico).
Tra i laureati di secondo livello, invece, si evidenzia un vantaggio retributivo maggiore e a favore del settore privato(+8,5%): le retribuzioni mensili nette sono pari a 1.758 euro rispetto a 1.608 euro del settore pubblico.
Se si focalizza l’analisi solo su chi ha iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea ed è occupato a tempo pieno, si rileva un differenziale settoriale a favore del settore privato anche per i laureati di primo livello: la retribuzione mensile netta è pari a 1.713 euro per il settore privato e 1.705 euro per quello pubblico mentre per i laureati di secondo livello le differenze retributive tra pubblico e privato aumentano ulteriormente attestandosi al 10,0% (1.805 euro per il settore privato e 1.624 euro per quello pubblico).
Differenze retributive per ramo di attività economica
Le retribuzioni sono fortemente differenziate rispetto al ramo di attività economica in cui il laureato si inserisce. Ne consegue una diversa capacità attrattiva delle aziende in base all’ambito economico in cui operano.
A cinque anni dal conseguimento del titolo di primo livello le retribuzioni più elevate (superiori a 1.800 euro) si rilevano nei rami
- Credito e assicurazioni
- Informatica
- Industria chimica/petrolchimica
A fondo scala si trova il ramo:
- Istruzione e ricerca (non raggiunge i 1.200 euro mensili)
A cinque anni dal conseguimento del titolo di secondo livello le retribuzioni più elevate (superiori a 1.900 euro) si rilevano nei rami:
- Informatica
- metalmeccanica;
A fondo scala si trovano i rami:
- servizi sociali e personali (1.255 euro);
- istruzione e ricerca (1.461 euro).
Buona soddisfazione per l’attività lavorativa svolta
La soddisfazione generale per il lavoro svolto a cinque anni è ben al di sopra della sufficienza: su una scala 1-10, la media del 7,4 tra i laureati di primo livello e del 7,9 tra quelli di secondo livello.
Tra settore pubblico e privato si osservano differenze apprezzabili: in particolare, gli occupati nel pubblico esprimono maggiore soddisfazione complessiva e per l’utilità sociale del proprio lavoro, la coerenza con gli studi compiuti e l’utilizzo delle competenze acquisite.
È interessante inoltre rilevare che, per quanto riguarda la soddisfazione circa la stabilità del posto di lavoro, coloro che sono occupati con un contratto a tempo indeterminato nel settore pubblico manifestano generalmente maggiori livelli di soddisfazione (8,7 rispetto a 8,1 tra i laureati di primo livello, 8,8 rispetto a 8,2 tra quelli di secondo livello) di chi è assunto, col medesimo contratto, nel privato.
Al contrario, i laureati caratterizzati da contratti meno sicuri (contratti a tempo indeterminato, ecc.) rilevano una maggiore soddisfazione nel settore privato: è verosimile che in questo caso vi sia la prospettiva di vedere la propria posizione stabilizzarsi in tempi ridotti.
Sintesi del Rapporto AlmaLaurea 2023 (.pdf)
Consulta i dati: