Si sono conclusi i moduli previsti dal progetto Human Capital Management, laboratorio innovativo lanciato lo scorso maggio dall’Università di Siena e AlmaLaurea. I 23 studenti hanno presentato alle 9 aziende partecipanti l’ultimo progetto realizzato, divisi in 3 gruppi di lavoro.
Il Business Case finale è stato preparato con il supporto dei Coach aziendali che hanno guidato i team nella realizzazione del progetto. Il projectwork ha avuto come primo obiettivo il mettere in pratica alcuni concetti appresi durante gli 8 moduli previsti dal laboratorio al fine di valutare il raggiungimento delle Soft Skill praticate, verificare la capacità di utilizzo di strumenti digitali e valutare l’acquisizione delle business skills oggetto del corso.
Nello specifico, gli studenti hanno lavorato su un caso aziendale creato ad hoc, contestualizzato all’interno delle sfide attuali legate ai temi della sostenibilità per il settore agro-alimentare. Le imprese partner, Alleanza Assicurazioni, Benefind, Chiesi Farmaceutici, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Consoft Sistemi, E-One group, HSPI, P&G, Fondazione Musei Senesi, a conclusione delle presentazioni hanno poi dato una restituzione rispetto alla valutazione dei singoli elaborati.
Gli studenti, tutti provenienti da percorsi umanistico/politico-sociale/giuridico, tramite l’utilizzo di innovativi strumenti digitali, hanno dovuto cimentarsi su argomenti lontani dal loro background accademico. Questo approccio ad ambiti differenti è stato finalizzato all’acquisizione di competenze manageriali di grande interesse anche per il mondo aziendale. A questo proposito abbiamo chiesto a Federica Pinochi dell’azienda Benefind partner di HCM di raccontarci il suo punto di vista sull’importanza di queste skills nel mondo del lavoro, anche per ruoli non prettamente tecnici:
Secondo Pinochi: "Non esiste oggi un settore o un comparto in cui le competenze digitali non siano un elemento fondamentale per agevolare l'ingresso nel mondo del lavoro o comunque per una proficua gestione di qualsiasi attività. Noi siamo un'azienda del comparto IT, quindi è chiaro che nel nostro ambito le competenze informatiche e digitali siano l'elemento fondante. Riconosciamo però che per certi tipi di attività, sia un valore una formazione "cross" che unisca competenze e schemi logici di natura tecnico/scientifica ad altri provenienti da studi di carattere umanistico o economico".
Questa ibridazione del sapere pone al centro la materia umanistica a fianco degli elementi più tecnici per affrontare anche nuove sfide incentrate sul concetto di Etica Digitale. In questo senso Gianluca Montrucchio, Solution Manager di Consoft Sistemi afferma:
"All’interno del competence center dedicato al machine learning in Consoft Sistemi più di una volta abbiamo ragionato su questo tema delicatoQuello che stiamo facendo con gli algoritmi predittivi all’inizio può sembrare un semplice esercizio matematico. Per i non addetti ai lavori è quasi una sorta di magia, perché spesso gli algoritmi non hanno una interpretazione immediatamente intuitiva. Il nostro obiettivo è produrre predizioni il più possibile affidabili, senza pensare troppo alle implicazioni che queste comportano. Ma ci rendiamo conto che il solo punto di vista ingegneristico e matematico non sempre vede il problema nella sua totalità. Un po’ come è stato con la biologia, finchè non si è arrivati a clonare la pecora Dolly, il problema etico non si poneva.
Ma l’AI oggi cresce molto velocemente, sta entrando sempre più nelle nostre vite senza che ce ne accorgiamo e le sfide che pone sono spesso complesse. Per questo sarà necessario affrontarle attraverso un approccio interdisciplinare, integrando professionisti di ambiti e saperi diversi.
In questo senso, la sinergia tra i laureati in scienze umanistiche e sociali e i laureati in materie STEM sarà fondamentale per generare nuove idee e soluzioni creative, tenendo al contempo sempre presenti le loro possibili implicazioni etiche, sociali, economiche, comunicative.
Mi auguro che i giovani laureati in scienze umanistiche si interessino al più presto di questo tema, perché abbiamo bisogno di loro".
Il 26 marzo è previsto l’ultimo appuntamento e il rilascio dell’Open Badge dell’Università di Siena, una nuova metodologia di certificazione delle competenze che gli allievi possono inserire nel proprio curriculum vitae, per valorizzare al meglio le competenze trasversali e le conoscenze multidisciplinari acquisite da questo primo progetto sperimentale.