In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, AlmaLaurea ha elaborato un approfondimento ad hoc sulle performance formative e professionali delle donne, dalla scuola superiore all’università, fino al mercato del lavoro. Ѐ emersa una fotografia che conferma il differenziale a favore dei diplomati e dei laureati. Il gap permane anche quando le diplomate e le laureate intraprendono percorsi disciplinari che offrono maggiori opportunità occupazionali o dove sono storicamente più presenti. In sintesi le ultime Indagini AlmaDiploma e AlmaLaurea ci confermano l’identikit delle donne: studiano di più, hanno più interessi e voti più alti, ma nel lavoro hanno retribuzioni inferiori e sono penalizzate se hanno figli.
DALLA SCUOLA ALL’UNIVERSITÀ
Per le ragazze risultati migliori agli esami della scuola secondaria di primo e di secondo grado, fino al conseguimento della laurea.
Per le diplomate, più ore settimanali dedicate allo studio, più esperienze internazionali (33,2% rispetto al 21,8%) e più attestati linguistici conseguiti (41,4% rispetto al 31,2%). Maggiori attività sociali e culturali svolte nel tempo libero (15,4% rispetto all’11,6%) e maggiore motivazione a proseguire gli studi (80,3% rispetto al 65,3%).
Per quanto riguarda le laureate, performance più incoraggianti anche sul numero di tirocini e stage (il 63,7% rispetto il 54,3% dei colleghi uomini) con particolare riferimento alle ragazze che provengono da contesti familiari meno favoriti sia culturalmente sia sul piano socio-economico: il 27,9% delle donne ha almeno un genitore laureato rispetto al 33,9% degli uomini. Un differenziale che permane considerando anche lo status socio-economico: il 20,9% delle donne proviene da una famiglia di estrazione sociale elevata rispetto al 24,7% degli uomini. Non stupisce quindi che tra le donne sia maggiore la percentuale di chi ha usufruito di borse di studio: il 26,0% delle donne rispetto al 22,0% degli uomini.
LE DONNE E IL MERCATO DEL LAVORO
Nonostante le prestazioni scolastiche e universitarie più performanti, per le donne, quando si analizzano inserimento occupazionale e livelli retributivi, emergono persistenti disuguaglianze di genere. Tra i laureati di secondo livello, a cinque anni dal conseguimento del titolo, le differenze di genere si confermano significative e pari a 5,0 punti percentuali in termini occupazionali: il tasso di occupazione è pari all’84,8% per le donne e all’89,8% per gli uomini.
A tal proposito è opportuno, comunque, sottolineare che tali differenze sono legate anche alle diverse scelte professionali maturate da uomini e donne; queste ultime, infatti, tendono più frequentemente a inserirsi nel pubblico impiego e nel mondo dell’insegnamento, notoriamente in difficoltà nel garantire, almeno nel breve periodo, una rapida stabilizzazione contrattuale.
Indicatori tutti che, in relazione all’occupazione, confermano che le donne continuano a fare più fatica degli uomini a realizzarsi sul lavoro: i dati sulla professione svolta fanno emergere che, a cinque anni dal titolo di laurea magistrale, svolge un lavoro a elevata specializzazione il 62,8% delle donne e il 66,4% degli uomini.
Altro dato di particolare interesse per la sua criticità è il differenziale retributivo che sale sempre a favore degli uomini, anche quando le donne intraprendono i percorsi formativi che hanno un maggior riscontro sul mercato del lavoro. Tra i laureati di secondo livello che hanno iniziato l’attuale attività dopo la laurea e lavorano a tempo pieno emerge che il differenziale, a cinque anni, è pari al 16,9% a favore degli uomini: 1.715 euro netti mensili rispetto ai 1.467 euro delle donne.
La lettura dei dati conferma che le donne sono più penalizzate sul lavoro se hanno figli. Il forte divario in termini occupazionali, contrattuali e retributivi tra uomini e donne, infatti, aumenta in presenza di figli.
FOCUS INDAGINE GENDER GAP 2021