Perché scegliere una laurea ALPH ossia in «Art, Literature, Philosophy and History» (da cui l’acronimo «Alph»)? Perché le nuove professionalità delle industrie culturali e creative costituiscono un volano per l’economia nazionale. Cultura e creatività arricchiscono la capacità innovativa di un paese e della sua produzione industriale. L’Italia, con la grande stratificazione e eredità storica, deve tendere verso questa traiettoria di sviluppo per aumentare la propria competitività sui mercati.
Molteplici e diversificate le professioni culturali e creative che animano vari settori imprenditoriali. Molto diffuse e variegate quelle di alto livello e a elevata specializzazione. La variabilità delle figure è strettamente correlata al percorso disciplinare di provenienza. Quel che è certo è l’importanza della laurea per i professionisti della cultura e della creatività. Alto il livello di efficacia del titolo accademico, indice che combina la richiesta della laurea per l'esercizio della professione e l’utilizzo, nel lavoro svolto, delle competenze acquisite all'università.
Non potrebbe essere diversamente se si considera che il Belpaese condivide con la Cina il primato per numero di beni inseriti nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco. In Italia, il 42% degli occupati nel sistema produttivo culturale e ricreativo è laureato (percentuale quasi doppia rispetto agli occupati di tutti gli altri settori, Symbola - 2017). Investire in cultura, insomma, conviene: per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 negli altri settori satelliti (Symbola - 2017).
AlmaLaurea ha realizzato un approfondimento sulle professioni in ambito culturale, basandosi su quanto definito nelle pubblicazioni sopra citate, pur sapendo che non esiste una definizione standardizzata e condivisa di quali siano le professioni rientranti in questo settore.
L’analisi è realizzata sui laureati di secondo livello del 2014, intervistati nel 2019 a cinque anni dal titolo, che si dichiarano occupati. Tra questi, 5.509, pari al 10,9% del complesso degli occupati, svolgono una professione in ambito culturale: la maggioranza è occupata come architetto o ingegnere edile (6,5% del complesso degli occupati) o lavora nel settore del turismo (1,3%). Rispetto al 2012, i laureati impegnati nelle professioni in ambito culturale sono lievemente aumentati (allora erano il 10,1%).
Analizzando l’inquadramento professionale dei laureati impegnati, a cinque anni dal titolo, in ambito culturale si rileva che sono più diffuse sia le professioni di alto livello (imprenditori e alta dirigenza) sia quelle a elevata specializzazione (tipicamente, le professioni che prevedono la laurea): le prime rappresentano il 4,1% degli occupati in ambito culturale (rispetto al 3,0% del complesso degli occupati), le seconde rappresentano il 66,2% (rispetto al 61,3%). Anche se persiste una forte variabilità tanto che nel settore del turismo sono più presenti professioni meno qualificate legate all’assistenza alla clientela nell’ambito delle strutture ricettive e della ristorazione. Variabilità collegata al percorso disciplinare di provenienza. Vi sono alcune professioni, ad esempio nell’ambito della conservazione del patrimonio culturale o quelle di architetto e ingegnere edile, dove è necessario possedere un titolo di studio specifico per accedervi. All’opposto, vi sono professioni che possono essere svolte da laureati provenienti da diversi settori disciplinari.
L’efficacia della laurea (utilizzo delle competenze acquisite all’università) per i laureati occupati a cinque anni dal titolo in ambito culturale evidenziano un livello più elevato: il titolo risulta molto efficace o efficace per il 69,2% rispetto al 65,3% rilevato per il complesso degli occupati
La retribuzione mensile netta è in media pari a 1.408 euro, un valore inferiore a quello rilevato per il complesso dei laureati, pari a 1.499 euro. Tra le professioni in ambito culturale è più alta della media la quota di chi ha cinque anni dal titolo lavora all'estero: è il 10,3% rispetto al 6,8% del complesso degli occupati.
I laureati occupati in ambito culturale mostrano un cv più ricco di esperienze maturate nel corso degli studi universitari: ha trascorso un periodo di studio all’estero, riconosciuto dal corso universitario, il 16,0% (rispetto al 12,6% del complesso degli occupati), ha realizzato un tirocinio curriculare il 54,2% (rispetto al 49,2%), ha maturato un’esperienza di lavoro il 67,3% (rispetto al 65,1%). Si tratta di esperienze che, secondo specifici approfondimenti realizzati da AlmaLaurea, favoriscono le possibilità occupazionali dei neo-laureati.