Le scelte e le performance dello studente italiano nell'ambito del lavoro analizzate dal Rapporto 2020 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.
Lavoro: a un anno è occupato il 35,8%, a tre anni il 46,0%
A un anno dal conseguimento del titolo risulta occupato il 35,8% dei diplomati del 2018: il 20,3% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro e il 15,5% ha scelto di frequentare l’università lavorando. Come era naturale attendersi, la percentuale di occupati è più elevata per i diplomati professionali (55,4%) e tecnici (44,3%), mentre tocca il minimo tra i liceali (26,3%).
A tre anni dal titolo sono occupati il 46,0% dei diplomati del 2016: il 25,7% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 20,3% è impegnato sia nello studio che nel lavoro. Tra i diplomati del 2016, la quota di occupati è più elevata della media per i diplomati professionali (66,5%) e tecnici (58,3%), mentre tocca il minimo tra i liceali (34,3%).
A un anno dal diploma, il tasso di disoccupazione è pari, complessivamente, al 16,0% e non varia sensibilmente per tipo di diploma. Nel dettaglio, è pari al 15,2% tra i diplomati tecnici, al 16,4% tra i diplomati professionali, al 16,7% tra i liceali.
Il tasso di disoccupazione, a tre anni dal titolo, è pari, complessivamente, al 12,7%, oscillando tra l’11,4% dei diplomati tecnici e il 14,1% dei liceali.
La maggioranza dei diplomati lavora nel settore privato, in particolare nei servizi. L’attività nel settore pubblico è poco diffusa tra i diplomati di scuola secondaria di secondo grado: complessivamente, a un anno dal diploma dichiara infatti di lavorarvi il 10,2% degli occupati. La stragrande maggioranza (84,3%) dei diplomati è invece assorbita dal settore privato; residuale la quota (4,3%) di chi lavora nel non profit.
Il 74,4% degli occupati, a un anno dal diploma, è inserito in un’azienda che opera nel settore dei servizi (in particolare del commercio, 35,6%); il 19,2% lavora invece nell’industria (in particolare quella metalmeccanica, 7,5%), mentre è decisamente contenuta la quota di chi lavora nell’agricoltura (2,8%). Il quadro qui delineato risulta confermato anche a tre anni dal diploma.
Le competenze apprese durante la scuola non sempre sono utilizzate al massimo nel lavoro. A un anno dal termine degli studi, il 20,7% degli occupati dichiara di utilizzare le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, mentre per il 41,5% l’utilizzo è ridotto; ne deriva che il 37,1% ritiene di non sfruttare per nulla le conoscenze apprese nel corso della scuola secondaria di secondo grado. In particolare, sono i diplomati liceali a non utilizzare ciò che hanno appreso a scuola (44,4%, rispetto al 33,9% dei diplomati tecnici e al 28,2% dei professionali); coloro che decidono infatti di inserirsi nel mercato del lavoro hanno condizioni occupazionali molto particolari e nella maggioranza dei casi intraprendono questa strada solo come forma di sostegno al percorso di studi che stanno portando avanti.