Martino Adamo, 34 anni di Cuneo, un dottorato di ricerca in Scienze biologiche e biotecnologie applicate terminato nel 2018, conseguito al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino. Nel suo curriculum diverse esperienze internazionali, la conoscenza di due lingue, francese e inglese, e diversi tirocini; nel suo DNA la ricerca tout court, quella pubblica in ambito green “che può avere impatti importanti sullo sviluppo della nostra società”.
Perché hai scelto di intraprendere la carriera di ricercatore?
“Parti dallo studio di una pianta o di una molecola e arrivi molto lontano; la ricerca è questo, un percorso a step che apre scenari inaspettati e dove non si conosce la parola fine. È uno stimolo costante che ti permette di guardare oltre il tuo giardino e di lavorare con obiettivi sociali alti. Quando mi sono laureato a Torino alla magistrale in Biologia dell’ambiente ho capito subito che la ricerca era la mia strada. Durante l’università ho maturato una conoscenza approfondita sulle tecniche innovative di analisi in ambito ambientale. Dopo la laurea ho svolto diversi tirocini ed esperienze internazionali. Tutto questo non ha fatto che accrescere la mia passione per i temi della biologia e dell’ecologia. Così ho deciso di proseguire gli studi iscrivendomi ad un dottorato in Scienze biologiche e biotecnologie applicate”.
Com’è stato il tuo percorso?
“Era un dottorato internazionale promosso dall’università di Torino grazie al quale ho trascorso un anno e mezzo in Francia all’Università Claude-Bernard di Lione. La ricerca è stimolante proprio per questo: se fatta bene, ti permette di viaggiare e conoscere ambienti differenti, di confrontarti con realtà importanti e di dialogare con i massimi esperti internazionali del tuo ambito. È un mix decisivo che ti cambia profondamente”.
Il tuo sogno è?
“Continuare la carriera della ricerca in ambito pubblico, anche se sono consapevole delle difficoltà che questa scelta comporta, soprattutto in Italia. Una scelta faticosa, precaria, fatta di borse di studi, rinnovi annuali, contratti a tempo determinato, ma che, tuttavia, regala grandi soddisfazioni. Certo, oltreconfine spesso è più facile, molti miei colleghi che lavorano all’estero possono contare già su un tempo indeterminato e hanno possibilità di carriera decisamente più brillanti che nel nostro Paese”.
Quanto è importante fare ricerca in ambito “green”?
“Oggi come oggi è decisivo. La biologia, le scienze naturali e l’ecologia sono settori in evoluzione costante e da cui dipendono una buona parte delle dinamiche sociali e di business presenti e future. Ci si dovrebbe investire molto di più perché le innovazioni che si possono produrre sono davvero tante e possono avere ricadute importanti sul sistema globale”.
Cosa ne pensi di AlmaLaurea?
“Lo trovo un ottimo strumento, utile per tanti giovani che si approcciano al mercato del lavoro, ma anche e soprattutto per capire come procede il sistema universitario, un sistema di analisi dei dati che aiuta a leggere una parte importante del nostro sistema formativo”.