Le esperienze internazionali valorizzano la formazione dei giovani e ne favoriscono l'occupazione: l'Erasmus, il programma di mobilità internazionale dell'Unione Europea, dopo 31 anni conferma ancora il suo valore. I dati AlmaLaurea mostrano come l’esperienza di studio all'estero permetta ai laureati di aumentare del 14,0% le chance di trovare lavoro già ad un anno dal conseguimento della laurea.
Le Indagini AlmaLaurea sul Profilo e la Condizione occupazionale dei laureati mostrano come sia in continuo aumento la quota di laureati che sceglie di svolgere un periodo di studi oltreconfine con un programma Erasmus o con un altro programma dell'Unione europea: era il 6,2% nel 2007, è l'8,8% tra i laureati del 2017. Il Paese di destinazione più gettonato è la Spagna, scelta dal 30,2% degli interessati dalla mobilità internazionale europea, seguita da Francia, Germania e Regno Unito.
Laureati 2017 con un’esperienza di studio all’estero con un Erasmus
o con un altro programma dell’Unione europea: Paese di soggiorno (valori percentuali)
Ma chi sono i laureati che scelgono di intraprendere un’esperienza Erasmus?
Dal XX Rapporto AlmaLaurea emerge che tra i laureati che compiono l’intero percorso “3+2” la scelta di intraprendere un percorso Erasmus si colloca più spesso nel biennio magistrale che nel primo livello. Fra i laureati di primo livello le esperienze di studio all’estero con un Erasmus o con un programma dell’Unione europea hanno coinvolto il 6,9% degli studenti.
Nei corsi di laurea magistrale a ciclo unico la mobilità ha riguardato il 13,0% dei laureati. Fra i magistrali biennali del 2017 il 10,9% ha svolto un’esperienza di studio all’estero con un Erasmus o con un altro programma dell’Unione europea e un altro 4,4% non ha partecipato a programmi Erasmus nel biennio ma li aveva svolti nel primo livello.
La scelta di intraprendere o meno un’esperienza Erasmus dipende in particolare dalla disciplina di studio: sono abbastanza frequenti solo fra gli studenti dell’area linguistica (22,3%), mentre in tutti gli altri gruppi disciplinari, a parte medicina e odontoiatria (16,9%), architettura (13,0%), giuridico e politico-sociale (entrambi 10,3%), la mobilità riguarda meno del 10% dei laureati. A svolgerne meno sono i laureati delle professioni sanitarie (1,9%), del gruppo insegnamento (3,1%) ed educazione fisica (3,2%).
Laureati 2017: esperienze di studio all’estero con un Erasmus o con un altro programma dell’Unione europea per gruppo disciplinare (valori percentuali)
A influire sulla diffusione di queste esperienze è anche la collocazione geografica dell’ateneo. Le università dell’Italia Nord-orientale, fra le 74 coinvolte nell’Indagine, hanno in generale percentuali di laureati con un’esperienza di studio all’estero con un Erasmus o con un altro programma dell’Unione europea più elevate (11,6%); all’opposto, nell’Italia meridionale e insulare tali percentuali sono pari rispettivamente a 6,5 e 8,3%.
La condizione socio-economica della famiglia di origine.
Ancora oggi la condizione socio-economica della famiglia di origine è un fattore selettivo nell'accesso allo studio all’estero. I laureati che hanno svolto tale esperienza risultano il 14,1% fra i figli di genitori entrambi in possesso di laurea e sono il 5,7% fra i figli di genitori che non hanno conseguito la maturità. Anche la classe sociale ha un ruolo importante: per le famiglie di estrazione sociale meno elevata, infatti, l’ipotesi di un soggiorno all’estero viene spesso vista come un impegno oneroso che le borse Erasmus o altre fonti di finanziamento non sono sufficienti a compensare. I laureati che hanno svolto un’esperienza di studio all’estero con un programma Erasmus o con un altro programma dell’Unione europea, infatti, sono l’11,5% tra quelli di estrazione più elevata e il 6,5% tra quelli provenienti da contesti meno avvantaggiati.
Infine, la carriera pre-universitaria del laureato, tipo di diploma e voto di maturità, a parità di condizioni, influisce sulla probabilità di partecipare ad un programma Erasmus: chi ha conseguito il diploma liceale con voti elevati ha una maggiore probabilità di svolgere un periodo di studio all’estero durante il percorso accademico. Ad esempio, le esperienze di studio all’estero con un Erasmus o con un altro programma dell’Unione europea sono molto più diffuse tra chi ha conseguito un diploma liceale (10,1%) rispetto a chi si è diplomato in un indirizzo tecnico (6,5%) o professionale (4,3%).