Nel corso dell’ultimo anno si sono consolidati i segni di una profonda crisi dell’economia italiana, della finanza pubblica e del sistema politico, in parte mitigati da una maggiore consapevolezza dell’esigenza di rilanciare la crescita e di investire sull’istruzione di alto livello. La difficile situazione ha colpito in modo particolare il sistema universitario, sia sul piano dei finanziamenti diretti, sia sul piano delle opportunità lavorative dei giovani più qualificati, come peraltro hanno mostrato i risultati dell’Indagine AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, presentati lo scorso marzo a Roma.
Lo sviluppo, l’occupabilità e la coesione sociale che si pensava potessero derivare dalla centralità della conoscenza nei processi economici dei paesi più sviluppati e dalla valorizzazione dell’istruzione non sono stati ancora realizzati, e proprio per questo appare necessario affrontarli con maggiore slancio. Consolidare il processo di riforma del sistema universitario, incoraggiare i giovani a investire in formazione, promuovere la cultura della valutazione, migliorare l’interazione fra università e mondo della produzione, ridefinire l’offerta formativa per chi è già stabilmente inserito nel mercato del lavoro potranno sembrare obiettivi più difficili rispetto ad alcuni anni fa, specie alla luce dell’incertezza che caratterizza il futuro, ma costituiscono priorità irrinunciabili.
Verranno presentati i risultati della XIV Indagine AlmaLaurea sul Profilo dei laureati. L'indagine riguarda oltre 215 mila laureati nel 2011, usciti da 61 università partecipanti al Consorzio AlmaLaurea (5 in più rispetto all’indagine dell’anno precedente). Quasi tutti (il 94%) hanno concluso un corso di laurea che si inserisce nell’ordinamento “3+2” introdotto a partire dal 2001. Fra questi laureati circa 120 mila hanno concluso un corso di primo livello e oltre 80 mila hanno ultimato un corso di secondo livello (quasi 20 mila di questi hanno conseguito una laurea magistrale a ciclo unico).
Nel 2011 i laureati “pre-riforma” sono stati solo il 4% per cento del totale (un altro 2 per cento ha concluso il corso in scienze della formazione primaria; corso non riformato). La transizione dal vecchio sistema universitario può dirsi ormai completata, e il nuovo ordinamento può dirsi “a regime”. Infatti, è terminata la fase caratterizzata dalle performance inevitabilmente eccellenti dei primi arrivati al traguardo della laurea nei vari tipi di corso, e dunque la documentazione presentata nel Rapporto consente significativi riscontri sulle caratteristiche dei percorsi formativi.
L’Indagine è stata resa possibile grazie all’adesione ad AlmaLaurea di un crescente numero di atenei che hanno consentito di predisporre una documentazione ampia, affidabile, tempestiva, particolarmente utile al MIUR, all’ANVUR, agli organi di governo delle università, ai loro nuclei di valutazione, ma anche ai dirigenti scolastici, al personale impegnato nella delicata opera di orientamento post-scolastica, ai giovani che stanno per diplomarsi e alle loro famiglie.
La disponibilità di informazioni su oltre cento diverse variabili ha consentito di ottenere un aggiornato profilo dei laureati che hanno concluso gli studi tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2011. L’edizione 2012 del Rapporto mantiene le articolazioni utilizzate negli anni precedenti: ateneo, gruppo disciplinare, facoltà, corso/classe di laurea, genere e tipo di laureato (lavoratore-studente, studente-lavoratore, studente-studente). Come nelle precedenti manifestazioni è prevista la partecipazione di studiosi qualificati.
Il programma prevede, dopo la presentazione del XIV Rapporto AlmaLaurea, l’approfondimento di cinque temi di particolare interesse:
- Ripensare le votazioni?
- Abbandono degli studi universitari
- Mobilità territoriale: dall’immatricolazione alla ricerca del lavoro
- Motivazioni nella scelta del corso di laurea
- Prosecuzione degli studi dopo la laurea di primo livello.
Al termine della giornata di lavori, la Tavola Rotonda e le Conclusioni costituiranno l’occasione per un confronto e una riflessione tra i responsabili della governance del sistema universitario e alcuni portatori d’interesse sul tema: “valutare meglio per investire meglio”.