Qualità dei tirocini
Uno degli elementi più rilevanti nella riorganizzazione della didattica introdotta dalla riforma universitaria (DM 509/99) è l’attenzione riservata alle attività formative diverse dagli insegnamenti in aula. Ponendosi come elemento di raccordo fra l’università e il mondo del lavoro, i tirocini rivestono – nell’ambito della didattica non frontale – un ruolo assolutamente centrale.
Nel sistema universitario pre-riforma i laureati che hanno svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi non hanno mai superato il 20 per cento del totale e si sono concentrati in alcuni specifici percorsi di studio (corsi dei gruppi insegnamento, farmacia, agrario e architettura, oltre a scienze turistiche). Nei nuovi corsi di laurea, in seguito alla riforma, i laureati con esperienze di tirocinio superano nettamente la metà del totale.
Attraverso una specifica indagine via web AlmaLaurea ha voluto rilevare la qualità delle attività di tirocinio all’interno dei percorsi di studio post-riforma, concentrando l’attenzione sulle esperienze espressamente organizzate dai corsi di laurea (escludendo quindi le attività professionali successivamente riconosciute agli studenti, in termini di crediti formativi, nell’ambito dei piani di studio). Tra gli aspetti presi in considerazione nell’indagine figurano la natura dell’attività (obbligatorietà, luogo di svolgimento, durata … ), le motivazioni nella scelta del tirocinio, l’efficacia organizzativa dell’Università e dell’Ente/Azienda ospitante, la soddisfazione per i tutor e per l’attività di stage, l’utilità dell’esperienza ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro.
La rilevazione, che ha coinvolto oltre 60.000 laureati post-riforma del 2006, è avvenuta fra il 2 e il 23 aprile 2008. I 25.000 rispondenti si ripartiscono in laureati di primo livello (81,4 per cento), specialistici (13,6 per cento), specialistici a ciclo unico (3,8) e laureati nel corso non riformato di scienze della formazione primaria (1,2 per cento). Vengono presentati in questa sede solamente i risultati relativi alle lauree di primo livello e specialistiche; sia per ragioni di numerosità sia perché nella maggior parte dei casi i piani di studio dei corsi a ciclo unico e di scienze della formazione primaria prevedono più di un tirocinio (fatto che ha comportato alcune difficoltà agli intervistati nella compilazione del questionario).
Le rappresentazioni grafiche che seguono adottano tre chiavi di lettura principali: il tipo di corso (lauree di primo livello e lauree specialistiche), l’area disciplinare (tecnicoscientifica e scienze umane e sociali) e il luogo di svolgimento del tirocinio (presso l’Università e al di fuori dell’Università).
Anticipiamo qui alcuni dei risultati rappresentati nelle diapositive.
Nella maggior parte dei casi i tirocini sono svolti al di fuori dell’Università; questa tendenza è più evidente per i corsi delle scienze umane e sociali che per l’area tecnicoscientifica (diapositiva 11).
Dall’attività di tirocinio gli studenti si aspettano soprattutto l’opportunità di acquisire competenze professionali, motivazione che è risultata prevalente rispetto alla possibilità di approfondire i propri interessi culturali e alle prospettive di inserimento nel mondo del lavoro (diapositive 20-24).
La coerenza del tirocinio con la disciplina di studio (diapositive 48-51) non è risultata del tutto soddisfacente, in quanto se i tre quarti dei tirocinanti hanno svolto attività coerenti con gli studi universitari per almeno la metà della durata complessiva del tirocinio, è comunque vero che un tirocinante su quattro ha svolto attività coerenti per meno della metà della durata.
Il confronto – in termini di soddisfazione – fra i tirocini svolti entro e fuori Università (diapositive 69-71) mostra complessivamente un pareggio per quanto riguarda l’efficacia nelle azioni di orientamento, l’autonomia dello studente nello svolgimento delle attività, la chiarezza nell’assegnazione dei compiti e l’utilità ai fini dellaformazione personale. Diversamente, i tirocini svolti al di fuori dell’Università sono stati giudicati in generale più efficaci in termini di presenza e competenza dei tutor, accoglienza nella struttura ospitante, utilità per la formazione professionale e, in particolare, per l’organizzazione dell’attività.
* I principali risultati dell’indagine sono stati riportati anche nell’articolo di Andrea Cammelli La riforma permanente fra realtà e percezione. Caratteristiche e performance dei laureati 2007, in Consorzio Interuniversitario ALMALAUREA (a cura del), Nel cantiere delle riforme universitarie – X Profilo dei laureati italiani, Bologna, il Mulino, 2009.
Ulteriori aspetti relativi alla presente indagine sono stati trattati da Nardoni, Campobasso e Citterio nell’articolo Qualità dei tirocini, in Consorzio Interuniversitario ALMALAUREA (a cura del), Occupazione e occupabilità dei laureati. A dieci anni dalla Dichiarazione di Bologna – XI Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, Bologna, il Mulino, 2009.